Figli «fiscalmente a carico», ecco le nuove regole
Oltre al criterio del reddito, per ottenere le detrazioni nel prossimo 730 la legge di bilancio ha introdotto anche quello dell'età (maggiore o minore di 24 anni). Per ogni chiarimento, è sempre bene rivolgersi ai Caaf della Cgil
Un’importante novità del prossimo 730 riguarda l’innalzamento del limite di reddito affinché un figlio possa essere considerato “fiscalmente a carico”. La nuova norma è stata introdotta con la Legge di bilancio 2018 ed è entrata in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2019.
I figli sono considerati fiscalmente a carico se non superano i 24 anni di età e se hanno percepito nell’anno un reddito pari o inferiore a 4 mila euro, mentre se superano i 24 anni sono a carico dei genitori solo se hanno percepito un reddito pari o inferiore a 2.840,51 euro. È bene ricordare che la modifica riguarda soltanto i figli a carico, per tutti gli altri (coniuge e altri familiari, come nipoti, genitori, suoceri, fratelli e sorelle, generi e nuore, nonni) è confermato il limite reddituale già previsto, ossia 2.840,51 euro, a prescindere dall’età.
Ma quando un figlio può essere considerato “fiscalmente a carico”? Prima della modifica introdotta con la Legge di bilancio 2018, si prendeva in considerazione esclusivamente il reddito del figlio al lordo degli oneri deducibili. Adesso, oltre al parametro reddituale, occorre valutare anche la sua età. Non ha importanza, dunque, se il figlio vive con i genitori o per conto proprio, se risiede in Italia o all’estero, se studia o se è inabile al lavoro: gli unici indicatori che contano sono il reddito percepito e l’età.
La norma, come si vede, è molto chiara e di immediata comprensione. Ma un dubbio potrebbe venire in una particolare condizione, ossia quella in cui il figlio compia 24 anni proprio nel 2019. In questo caso, la detrazione va attribuita per l’intero anno o solo per alcuni mesi? Da parte dell’Agenzia delle Entrate non vi è uno specifico chiarimento, quindi il riferimento è a situazioni con casistiche simili. Da quanto si deduce, il figlio che compie 24 anni nel corso del 2019 è considerato fiscalmente a carico per l’intero periodo d’imposta (ovviamente se ha un reddito non superiore a 4 mila euro).
Un altro dubbio può venire nel caso in cui il figlio compia 25 anni nel corso dell’anno. Come considerare il fatto che per alcuni mesi ha avuto ancora 24 anni (per essere chiari: se il compleanno è il 1° settembre, da gennaio ad agosto 2019 ha avuto 24 anni)? Se supera il limite dei 2.840,51 euro non può essere comunque considerato fiscalmente a carico. Non è importante, dunque, per quanti o quali mesi il figlio abbia prodotto il reddito: al compimento del venticinquesimo anno se il limite di 2.840,51 euro viene superato, la detrazione si perde per l’anno intero.
Vale la pena ricordare che le detrazioni per i familiari a carico possono essere chieste al proprio datore di lavoro o ente pensionistico, al fine di ottenere il beneficio ogni mese in busta paga o rata di pensione.
La domanda va presentata al sostituto d’imposta e, una volta presentata, vale anche per gli anni successivi, salvo che il richiedente non presenti una nuova comunicazione in caso di variazione dei dati (ad esempio in caso di nuovi nati, figli che si sposano o che percepiscono redditi tali da non poter essere più considerati familiari a carico).
Se i genitori non hanno richiesto le detrazioni al datore di lavoro o ente pensionistico, possono beneficiarne presentando l’anno successivo il modello 730 (730/2020 per le detrazioni riferite all’anno d’imposta 2019). Viceversa, se ne hanno beneficiato indebitamente – ad esempio quando il familiare ha superato il limite di reddito per essere considerato fiscalmente a carico – sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi per restituire le detrazioni non spettanti.
Fonte: Consorzio nazionale CAAF CGIL